La società umana
L’uomo è un animale di branco. Il branco o
tribù è stato il primissimo sistema di
aggregazione dell’essere umano ed è la struttura
sociale durata più a lungo. Il tribalismo nasce
indubbiamente da un adattamento evolutivo.
Quattro milioni di anni fa, divenuti bipedi, i
nostri progenitori che non avevano né zanne, né
artigli si trovarono a fronteggiare,
praticamente indifesi, i grandi predatori. Non
potevano sperare di batterli nella corsa e
oramai avevano perso la capacità di arrampicarsi
velocemente sui rami più alti degli alberi. Solo
con la collaborazione dei propri simili potevano
sperare di scamparla e come ancora oggi fanno
gli scimpanzé davanti al pericolo, scoprirono
che saltando e strillando potevano sconcertare e
allontanare la fiera. Per due milioni di anni
questa tecnica consentì loro di essere erbivori
di successo, finché due, tre milioni di anni fa
cambiando le loro abitudini alimentari,
applicarono la tecnica del gruppo alla caccia
rendendola più proficua e funzionale.
Sicuramente dalla cooperazione del clan
deriva una maggiore possibilità di sopravvivenza
e di nutrimento. Questa pulsione sociale così
come l’istinto materno, la curiosità, la
compassione, l’inventiva è frutto
dell’evoluzione e quindi completamente istintiva
perché necessaria alla sopravvivenza. Di
conseguenza non può essere modificate dalla
cultura, anche se l’intelletto può intervenire
su un istinto espresso in modo eccessivo
trasformandolo in un comportamento più
accettabile e vantaggioso. Come vedremo più
avanti gli interventi sull’istinto tribale
innescati dall’agricoltura sono stati
vantaggiosi per lo sviluppo della civiltà ma
estremamente punitivi per la famiglia, per
l’individuo e per la sua felicità. La struttura
di una tribù era relativamente semplice,
composta da pochi individui con scarse
distinzioni sociali. Si trattava di piccoli
gruppi, 10 - 30 persone che potevano arrivare
anche a 100 se le condizione dell’habitat
erano particolarmente favorevoli.
Prevalentemente nomadi non avevano una struttura
gerarchica ma egualitaria, con una precisa
distinzione dei compiti, agli uomini la caccia,
alle donne la raccolta. Queste occupazioni
impegnavano poche ore della giornata e molto
tempo veniva dedicato al gioco, all’ozio, alle
piccole curiosità. Lo studio delle società
tribali ancora esistenti ci consente di
registrare una distinzione importante legata
principalmente all’ambiente e di conseguenza
alla disponibilità del cibo. Se il territorio
offre scarsa selvaggina tale da essere
sufficiente solo per uno o pochi giorni la
struttura sociale ha caratteristiche molto
semplici e viene definita IR (immediate
return), viceversa quando i frutti della
caccia sono copiosi, il cibo in eccesso viene
lavorato e conservato, allora si parla di DR (delayed
return) e la società appare più complessa.
Queste sono le principali diverse
caratteristiche:
società a ritorno immediato (IR)
·
cibo consumato immediatamente
·
gruppi non stabili e nomadi
·
nessuna istituzione, regole semplici e
flessibili, strettamente egualitaria
·
impegni a breve scadenza, individualismo
e
indipendenza
·
condivisione del cibo e degli strumenti,
sanzioni a chi accumula proprietà personali
·
accesso libero al territorio
società a ritorno ritardato (DR)
·
il cibo in eccesso viene lavorato e conservato
·
i gruppi non sono più stabili, restano però
legati strettamente e sono solo parzialmente
nomadi
·
esiste un capo, un consiglio di saggi, regole
complesse e un ordine superiore di legami come i
clan, le fratrie, le parti
·
impegni e legami sono considerati importanti
·
esiste la proprietà del cibo e delle donne, c’è
scarsa condivisione
·
il territorio resta libero ma è controllato dal
gruppo, nasce la proprietà su alcune risorse.
Ovviamente questi studi trovano obiezioni nel
fatto che le tribù oggetto di analisi sono in
ogni caso “contaminate” dai contatti col mondo
agricolo, pastorale o industrializzato e di
conseguenza è ardito basare sulle loro
consuetudini le nostre interpretazioni della
preistoria. Per ovviare a questo problema si
sono analizzati i vari livelli di rapporto
intercorsi tra la civiltà e questi popoli, dal
semplice contatto agli scambi sporadici, all’acculturamento,
assimilazione o addirittura come spesso è
accaduto, all’annientamento. Si è resa così più
razionale la comprensione della società tribale.
D’altronde ulteriori, recenti ricerche danno
conferme scientifiche a queste ipotesi. Secondo
questi studi la dimensione del cervello dei
primati è determinata dalla dimensione del
gruppo sociale. Il cervello umano ad esempio è
in grado di interagire e comprendere pienamente
un massimo di 150 individui. Oltre tale numero
ricorre a schemi gerarchici, a stereotipi. Per
questo le strutture sociali contemporanee non
hanno avuto successo cercando di combinare gli
istinti tribali di egualitarismo e di
solidarietà con la complessità della vita
attuale. Gli istinti tribali, frutto di milioni
di anni evolutivi sono funzionali solo a
piccoli gruppi non alla innaturale e
insuperabile impersonalità delle masse. Le
società di massa rende l’individuo competitivo e
perciò insicuro e aggressivo in contrasto con il
naturale equilibrio dell’uomo pienamente
presente alla vita, competente, cooperativo e
altruista. Di questo tutti noi siamo ben
consapevoli.
Il neo tribalismo
Di conseguenza gli antropologi hanno rivisto
notevolmente il concetto di tribù, finora
considerato solo come fossile sociale. La vita
all’interno della tribù è vita facile e sana.
Qualcuno ha definito le culture tribali come le
“prime società del benessere” non per il
possesso di beni ma per la loro combinazione di
agio unito ad assenza di bisogni. Piccole
comunità aperte, egualitarie, cooperative e
senza classi sociali. E’ ragionevole pensare che
questo sia lo stato naturale dell’umanità frutto
di milioni di anni evolutivi. Non è ovviamente
applicabile alle masse, come la tragedia del
comunismo ci ha dimostrato, ma presuppone
piccoli gruppi entro il numero appunto di 150
persone. La nuova rivoluzione tribale
tratteggiata da Daniel Quinn sostiene infatti
che le civiltà nate dal totalitarismo agricolo
non hanno mai funzionato e se cerchiamo un
modello naturale di società dobbiamo guardare
alla preistoria.
GC
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