Il Morbo Celiaco
Detto anche
enteropatia da glutine è una forma permanente di
intolleranza al glutine che si manifesta con lesioni
infiammatorie alla mucosa dell’intestino tenue,.
In pratica il nostro sistema immunitario reagisce al
glutine producendo anticorpi che sbagliano bersaglio e
vanno a colpire i villi intestinali. Di
conseguenza i villi, strutture che hanno il compito di
assorbire i nutrienti, si atrofizzano e non sono più in
grado di svolgere il proprio compito. Ne derivano i
classici sintomi da malassorbimento, diarrea cronica
associata ad anemia, perdita di peso, ritardi
nell’accrescimento, malattie delle ossa, infertilità,
intolleranza al lattosio, ulcere della bocca, tensione e
dolori addominali. In particolare si riscontrano carenze
di vitamine liposolubili D, E, A e K, ferro, acido
folico e calcio. E’ inoltre associato al rischio di
osteoporosi e tumori gastrointestinali e altre malattie
autoimmuni come il diabete di tipo 1 e la
tiroidite di Hashimoto. Il morbo celiaco che
qualcuno ha definito il risultato della collisione
evolutiva tra la coltivazione del grano e il sistema
immunitario dell’uomo differisce dalle altre
intolleranze alimentari mediate dalle immunoglobuline
E, perché la risposta infiammatoria si ha proprio
nel luogo dell’aggressione, la mucosa dell’intestino.
Come si manifesta
Segni e sintomi del morbo celiaco sono il calo di
peso, lo scarso appetito, l’anemia, la stanchezza
immotivata, le gambe gonfie. Tra i fattori di rischio il
più importante è la familiarità,
sono infatti a rischio i parenti di primo e di secondo
grado di persone con celiachia conclamata, il diabete di
tipo 1, la deficienza di immunoglobuline A, la sindrome
di Down.
Quando si manifesta
Il
morbo celiaco può manifestarsi in ogni momento
dell’esistenza con tre diverse modalità.
1.
Nella
forma classica, quella acuta, si evidenzia nei
bambini tra i 6 e i 12 mesi durante lo svezzamento,
appena iniziano ad essere nutriti con il cibo
tradizionale. Il decorso è fulminante, se non vengono
immediatamente esclusi gli alimenti che contengono
glutine il bambino rischia di non sopravvivere. Questa
forma colpisce l’1% circa della popolazione.
2.
La
forma atipica può manifestarsi ad ogni età, per le
donne il doppio degli uomini. I sintomi sono meno
evidenti, spesso trascurati e lo sviluppo è molto più
lento. Colpisce un adulto su 300 e molti casi sfuggono
perché diagnosticati erroneamente come sindrome da
intestino irritabile.
3.
La
forma silente, che non evidenzia sintomi particolari
riguarda praticamente tutti noi e spesso si conclude con
la frase del medico. “Sai, il nonno non assimila più
perché ha i villi atrofizzati. Che vuoi è l’età…”
purtroppo non è l’età ma sono i settanta, ottanta anni
di cronica esposizione al glutine che gli hanno
distrutto i villi intestinali e la capacità di assorbire
il cibo.
Celiachia e diabete
Esiste una stretta
relazione tra morbo celiaco e diabete.
I celiaci non diagnosticati hanno un rischio superiore
al 25% di sviluppare diabete. Questo rischio
praticamente si azzera se si passa ad una dieta priva di
glutine. In assenza di glutine dell’alimentazione
infatti, gli anticorpi antipancreatici tendono a
scomparire. La celiachia spiega inoltre almeno il 10%
dei casi di Sindrome Metabolica ed è plausibile che
anche nei soggetti non tipicamente celiaci, il glutine
abbia il ruolo di favorire il diabete. Studi recenti
documentano che a parità di altri fattori, la precoce
introduzione di glutine nella dieta aumenta fortemente
l’incidenza di diabete e ne anticipa la comparsa. Nei
bambini celiaci la possibilità di divenire diabetici è
superiore al 50% rispetto ai bambini sani.
La dermatite erpetica
Si
tratta di un rash cutaneo estremamente irritante, che
colpisce la pelle degli arti, del tronco, dello scalpo.
E’ dovuto al deposito di granuli di immunoglobuline
IgA nella zona di trapasso tra derma ed epiderma.
I test
della celiachia
Il test di base è la
biopsia, ovvero l’analisi dei tessuti prelevati dal
piccolo intestino. Si distinguono diversi gradi di
severità delle lesioni secondo la classificazione di
Marsh del 1992,.
·
Normalità: i
villi appaiono nel loro regolare aspetto digitato
·
Anormalità di grado 1:
villi convoluti con occasionali ponti
·
Anormalità di grado 2:
villi di aspetto cerebroide
·
Anormalità di grado 3:
mucosa piatta, villi assenti, aspetto a “nido d’ape”.
Dagli
anni ’80 alcuni test ematici aiutano a chiarire i casi
dubbi che risultano dalla biopsia, misurando la presenza
di antigliadina (Aga), antiendomisio (Ema)
e antitransglutaminasi (Tga).
Tumori
Dopo i quarant’anni nei
celiaci si può manifestare il linfoma delle cellule T
con ingrossamento dei noduli linfatici, febbre,
sudorazione e calo di peso. Esiste anche il rischio di
adenocarcinoma dell’intestino tenue, cancro
nasofaringeo e dell’esofago, pancreatite.
Trattamento del morbo celiaco
L’unico
trattamento riconosciuto
è l’eliminazione del glutine dalla dieta. I
miglioramenti si evidenziano già in 2 - 3 settimane.
Diabete di tipo 1
Il diabete giovanile
autoimmune o diabete di tipo 1 è
dovuto a una
complessa interazione tra geni e fattori ambientale. Si
era ipotizzato che l’infiammazione cronica di origini
finora poco chiare che distrugge le isolette-beta
della cellule pancreatiche fosse dovuta a virus ma le
ricerche più attuali escludono questa possibilità. Da
parte nostra abbiamo già verificato con dati certi che:
1.
gli
inibitori amilasici contenuti nei cereali sono
responsabili di ipertrofia e incipiente degenerazione
del pancreas
2.
esiste una
stretta relazione tra portatori di morbo celiaco e
diabetici di tipo 1. La elevata, inusuale frequenza
tra i pazienti celiaci di anticorpi ai cereali e di
cellule immunitarie evidenzia chiaramente l’ipotesi.
Uno studio condotto su
animali
chiarisce che il 50% dei casi di diabete di tipo 1 è da
mettere in relazione con la dieta. In particolare si è
visto come proprio il glutine risulti essere il più
potente induttore di diabete. Risulta infatti che:
1.
le
proteine dei cereali stimolano la comparsa del diabete
2.
è
fortemente aumentata la presenza di anticorpi alle
proteine del grano
3.
questi
anticorpi hanno un ruolo di primo piano
nell’infiammazione delle isolette beta del pancreas
4.
c’è un
forte aumento della reattività umorale alle proteine del
grano
In
conclusione si è verificato che ratti nutriti con
proteine esclusivamente del grano sviluppano diabete tre
volte di più degli stessi alimentati con caseine del
latte. Successive ricerche sull’uomo hanno confermato
questo studio individuando la presenza di proteine del
grano e relativi anticorpi nella mucosa intestinale con
infiltrati sia nella lamina propria che nell’endotelio
dell’intestino tenue. In particolare si è visto che
la risposta infiammatoria più pronunciata era a carico
della gliadina, proteina contenuta appunto nel
glutine e responsabile della celiachia. Risultati simili
sono evidenti in altre malattie autoimmuni come la
tiroidite di Hashimoto.
R.Auricchio et al. IN VITRO-DERANGED INTESTINAL IMMUNE
RESPONSE TO GLIADIN IN TYPE 1 DIABETES (2004) Diabetes,
53: 1680-83 |
IL GLUTINE
Il glutine è costituito da due proteine, la gliadina
e la glutenina pari all’80% circa del contenuto
proteico di grano, segale e orzo. Anche riso e mais
contengono proteine simili al glutine nelle quali però
la glutenina è assente. Per le sue proprietà elastiche e
di legante il glutine favorisce l’impasto (agglutinazione)
e la lievitazione della farina e ne aumenta la
masticabilità e l’appetibilità. Per questi motivi viene
aggiunto nella preparazione e conservazione di molti
alimenti che non lo contengono come ad esempio sughi,
salse, insaccati cotti, formaggi
filanti, patatine
fritte, maionese, gelati, dolciumi e così via.
Utilizzato come fonte proteica alternativa a cominciare
dai monaci buddisti del 7° secolo, vede tuttora un uso
analogo in Cina, Giappone e da parte dei vegetariani. E’
contenuto anche nelle bevande alcoliche derivate da
cereali come la birra, il whisky e la vodka. Il glutine
di grano contiene albumine, globuline,
gluteline e prolammine. In particolare è la
gliadina la frazione di glutine responsabile del
morbo celiaco e molto probabilmente il diabete di tipo
1.
Granuli di immunoglobuline conseguenti ad esposizione al
glutine.
Villi
già compromessi
(grado 1).
Villi
con anormalità di
grado
2.
Mucosa piatta, assenza
dei villi (terzo grado).
J.A. Murray THE WIDENING SPECTRUM OF CELIAC DISEASE
(1999) Am J Clin Nutr, 69: 354-65
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